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Senato della Repubblica - DDL 2085-B

Approvato il DDL sulla concorrenza

Il Senato ha approvato il Decreto di Legge sulla concorrenza con il quale viene disciplinata la proprietà delle farmacie.

Secondo la normativa fino ad oggi vigente potevano essere proprietari di farmacie solamente le persone fisiche, le società di persone o le società cooperative a responsabilità limitata. Ogni farmacista inoltre poteva essere proprietario esclusivamente di un’unica farmacia mentre le s.c.a.r.l. non potevano possederne più di quattro; la gestione, infine, doveva essere affidata obbligatoriamente a uno dei soci.

Facile comprendere come questa legge sia stata limitativa nell’aumentare la concorrenza nella distribuzione farmaceutica come, ad esempio, nell’apertura di nuove farmacie o nell’assegnazione di nuove sedi.

A causa di queste limitazioni, a differenza di quanto avvenuto negli Stati Uniti o nel Regno Unito, in Italia non c’è mai stata possibilità di sviluppo per le catene di distribuzione al dettaglio nel settore farmaceutico provocando quindi un aumento dei costi e una riduzione dei prodotti e dei servizi offerti al consumatore.

Il DDL appena approvato prevede che anche una società di capitali possa essere proprietaria fino a un massimo del 20% delle farmacie presenti nella stessa regione o provincia autonoma e scompare l’obbligo per il gestore ad essere uno dei soci.

Viene inoltre data piena libertà alla farmacia nella gestione degli orari di apertura; è importante sottolineare che, per garantire e assicurare la tutela dei consumatori, rimane l’esigenza di affidare la gestione della farmacia ad un professionista che abbia conseguito l’idoneità ad un concorso per sedi farmaceutiche.

Le società di capitali proprietarie di farmacie dovranno creare una struttura di gestione indipendente dai soggetti che ne posseggono la proprietà; la legge stabilisce inoltre che la partecipazione in queste società di capitali è incompatibile con qualsiasi altra attività del settore farmaceutico e con l’esercizio della professione medica.

Rimangono comunque i dubbi su come questa incompatibilità possa essere applicata nel caso di società di capitali a partecipazione diffusa presso il pubblico e soprattutto non è chiara la successione mortis causa del proprietario farmacista o le conseguenze di eventi riguardanti direttamente la società (liquidazione, fusione in altra società ecc).

Con la nuova approvazione possiamo ipotizzare che si apriranno nuove opportunità per gli investitori nella distribuzione nel settore farmaceutico e che queste porteranno ad uno sviluppo e ad un incremento dei servizi offerti ai consumatori e probabilmente anche ad una riduzione dei costi.

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